L’igiene dentale del cane

La pulizia dei denti è fondamentale per i cani. Un cane con una bocca sana è un cane più felice e più affettuoso, e ci permette di vivere con lui una relazione più serena e appagante. Trascurare l’igiene orale può produrre uno spettro di conseguenze di gravità variabile.

  • Alito cattivo: è il sintomo più evidente, ma non va sottovalutato. L’alitosi può essere causata da placca, tartaro e batteri che proliferano nella bocca del cane.
  • Malattie gengivali: gengive arrossate, gonfie e sanguinanti sono un campanello d’allarme. Se non curate, possono portare a gravi problemi, come la parodontite.
  • Perdita dei denti: un problema serio che non solo compromette la masticazione, ma può anche causare dolore e infezioni.
  • Problemi sistemici: batteri e placca possono entrare nel flusso sanguigno e causare danni ad altri organi, come cuore, fegato e reni.

Come pulire i denti del cane?

Esistono diversi modi per prendersi cura dell’igiene dentale del cane. È importante farlo almeno tre volte a settimana, ma è meglio dedicarcisi tutti i giorni.

  • Spazzolino e dentifricio: è il metodo più efficace. In commercio si trovano spazzolini e dentifrici specifici per cani, con sapori che li rendono più gradevoli.
  • Dito di gomma: se il cane non tollera lo spazzolino, possiamo utilizzare un dito di gomma, sempre con dentifricio per cani. Particolarmente indicato per i cuccioli, che in questo modo fanno l’abitudine alla sensazione della pulizia dentale.
  • Masticabili e snack dentali: aiutano a rimuovere la placca e a mantenere l’alito fresco. Si tratta di complementi importanti, in combinazione con altri metodi.
  • Visite veterinarie: è importante portare il cane dal veterinario per controlli periodici e per una pulizia dentale professionale.

Consigli per abituare il cane alla pulizia dei denti

  • Iniziare da cucciolo, quando il cane è più propenso ad accettare nuove esperienze.
  • Abituarlo gradualmente, premiandolo con lodi e snack.
  • Rendere la pulizia un momento piacevole, usando un tono di voce rassicurante e creando un’atmosfera positiva.

Perché il cane morde? Come addestrarlo a non mordere?

Mordere è un comportamento naturale per i cani, che lo usano per comunicare, esplorare il mondo e giocare. Tuttavia, se il cane morde in modo eccessivo o aggressivo, può diventare un problema serio per la sicurezza delle persone e degli altri animali. In questo articolo, vedremo perché il cane morde e come addestrarlo a non mordere o a moderare la forza del morso.

 

Perché il cane morde

Ci sono diverse ragioni per cui il cane può mordere.

Fase orale: i cuccioli mordono tutto ciò che trovano per alleviare il fastidio della dentizione e perché sono curiosi di scoprire cosa possono fare coi propri denti. Questa fase dura fino ai 6 mesi di età circa.

Gioco: i cani giocano mordendosi tra loro, ma a volte possono mordere anche le persone per invitarle al gioco o per esprimere eccitazione. Bisogna stabilire dei limiti con il pet e fare attenzione a non incoraggiarlo, anche involontariamente, a mordere.

Difesa: i cani possono mordere per difendersi da una minaccia reale o percepita, come un intruso, un altro cane o una situazione stressante. Il morso è l’ultima risorsa del cane, che prima avverte con altri segnali, cioè ringhiando, mostrando i denti o abbassando le orecchie.

Dolore: i cani possono mordere se provano dolore fisico o disagio emotivo. Per esempio, se hanno una ferita, una malattia o una fobia. Il morso è un modo per comunicare il loro malessere e per allontanare ciò che lo causa.

Possessività: i cani possono mordere per proteggere le loro risorse, come il cibo, i giocattoli, il territorio o le persone a cui sono legati. Questo comportamento è dovuto a una mancanza di fiducia o di sicurezza da parte del cane.

 

Come addestrare il cane a non mordere

Per prevenire o correggere una tendenza troppo accentuata a mordere, è importante adottare alcune misure educative e comportamentali.

Socializzare il cane: la socializzazione precoce e adeguata del cane con altre persone e animali è fondamentale per prevenire il morso. Il cane deve imparare a interagire in modo positivo e pacifico con gli altri, senza paura o aggressività. La socializzazione deve iniziare dal primo mese di vita del cucciolo e proseguire durante tutta la sua vita.

Insegnare il comando “lascia”: il comando “lascia” serve a far capire al cane che deve smettere di fare ciò che sta facendo, come mordere una mano o un oggetto. Per insegnarlo, si può usare uno snack premio o un giocattolo da dare al cane quando obbedisce al comando, affinché capisca attraverso le nostre coccole che quello è il comportamento corretto da avere.

Offrire un sostituto: se il cane morde per gioco o per fase orale, si può convogliare la sua attenzione su oggetti concepiti per essere morsi, come i giocattoli di corda o un peluche.

Ignorare il morso: se il cane morde per attirare l’attenzione o per protesta, si deve ignorarlo completamente e interrompere il contatto visivo, fisico e verbale. Questo farà capire al cane che il morso non gli porta nessun beneficio e che anzi gli fa perdere l’interazione con la persona. Per fargli capire che il morso fa male, si può anche emettere un suono acuto forte, imitando il modo in cui i cani stessi si lamentano del dolore.

Rinforzare il comportamento desiderato: si deve sempre premiare il cane quando si comporta bene e non morde, con una carezza, una parola di elogio o un bocconcino. Questo rinforzerà il legame tra il cane e la persona e aumenterà la fiducia e la sicurezza del cane.

Consultare un esperto: se il morso è dovuto a una causa più profonda, come la paura, l’ansia, l’aggressività o il dolore, si deve consultare un veterinario o un educatore cinofilo per valutare la situazione e stabilire un piano di intervento personalizzato. Il morso può essere il sintomo di un problema più grave che va affrontato con l’aiuto di un professionista.


Cani guida: le cose da sapere

Per le persone non vedenti o ipovedenti, l’indipendenza di movimento passa spesso per la presenza di un compagno fedele e attento: il cane guida. Come preziosi navigatori in tandem con il conduttore, i cani guida imparano fin da cuccioli a manovrare il terreno con precisione e attenzione.

Razze come il Labrador Retriever, il Golden Retriever e il Pastore Tedesco spiccano in questo compito. La loro natura intelligente, paziente e socievole rappresenta il mix ideale per una vita di fedele servizio. Tuttavia, anche razze meno comuni sono adatte a specifiche esigenze, estendendo la possibilità di vestire il ruolo di guida a cani di differenti dimensioni e temperamenti.

Chi decide di accogliere in famiglia un cane guida deve compiere questa scelta con consapevolezza e impegno. È bene ricordare che il cane guida non è un GPS vivente. Nonostante la loro affinata abilità nell’orientamento, i cani guidano seguendo le indicazioni dei loro conduttori, che devono essere consapevoli del percorso.

Negli addestramenti, il cane impara a sfruttare il proprio istinto, evitando gli ostacoli e vegliando sulla sicurezza del padrone. L’addestramento di questi cani stoici e leali ha un costo, ma i benefici sono inestimabili. Persone non vedenti affermano come questi cani speciali permettano di abbattere numerose barriere al movimento.

Non solo: i cani guida facilitano le interazioni sociali, sebbene l’attenzione indesiderata possa rappresentare una sfida per la concentrazione del cane quando è in servizio. Quando incontrate un cane guida è essenziale attenersi a regole specifiche per assicurarne l’efficiente operato: non distraetelo né offrite cibo, e mantenete gli altri cani a distanza.

Una precisazione importante è che, nel rispetto della legge, questi speciali compagni hanno diritto di accedere pressoché a qualunque spazio, insieme al proprio conduttore. Ciò costituisce non solo un sostegno logistico, ma anche un atto di rispetto.

Bisogna tenere a mente che un cane guida apprezza il gioco e il tempo libero tanto quanto ogni altro cane. È fondamentale trovare momenti di svago, per permettere sia al cane che al padrone di rilassarsi e rafforzare il proprio legame. Anche una buona igiene, oltre a favorire l’immagine del cane in pubblico, rafforza la salute e il benessere di questi eroi a quattro zampe.

Infine, se pur adeguatamente addestrati e assistiti, i cani guida possono incontrare difficoltà. In tali frangenti, offrire il proprio aiuto direttamente al conduttore può fare una grande differenza.


Come scegliere il nome da dare al gatto

Scegliere il nome perfetto per il proprio gatto è un passo importante che pone le basi per una relazione duratura e affettuosa. Questo nome non è solo un’etichetta, ma diventa un rinforzo positivo e uno strumento di comunicazione usato quotidianamente nelle interazioni col nostro amico felino, dai momenti di gioco e relax alle chiamate per il cibo e per passare del tempo insieme.

Iniziate osservando le particolarità fisiche e comportamentali del vostro gatto. Un gatto vivace e curioso potrebbe ispirarvi a usare nomi di esploratori o di astronauti oppure onomatopee che suggeriscano il suo carattere scattante, mentre per un gatto placido e amante del sonno potrebbero andar bene nomi che richiamino la sua indolenza. Anche il colore e la lunghezza del pelo possono essere fonti di ispirazione per nomi che rispecchiano queste caratteristiche distintive: un manto bianco potrebbe tradursi in Fiocco, mentre uno nero in Ombra.

Volgete poi lo sguardo alla cultura popolare. Se siete cinefili, lettori appassionati, amanti della musica o dei cartoni animati, ci sono infinite possibilità. Un gattino potrebbe prendere il nome da un personaggio della saga di Harry Potter o dal protagonista di un film di Disney.

Condividete la scelta del nome con i vostri familiari o conviventi. Potete fare una lista di nomi, discuterli insieme e fare una votazione o lasciare che decida il caso: estrarre un nome da un cappello o lanciare una moneta. È meglio che tutti concordino sul nome, considerato che lo pronunceranno spesso.

Una volta fatto un elenco di nomi che vi convincono, provate a usarli per chiamare il vostro gatto e osservate la sua reazione. Vi guarda o si avvicina? Allora il nome potrebbe essere quello giusto. Se non mostra interesse, potreste dover fare qualche altro tentativo.

E se vi mancano le idee? Il web abbonda di suggerimenti, con siti che elencano una vastità di nomi comuni e insoliti. Tutto ciò che serve è una rapida ricerca su Google e troverete numerosi spunti e liste di nomi da cui trarre ispirazione.

Inoltre, ricordate che i gatti riconoscono il proprio nome e possono essere addestrati a rispondere quando chiamati. Abituateli associandolo a momenti piacevoli, come l’orario dei pasti o i giochi, e considerate l’ipotesi di offrire dei piccoli premi come bocconcini appetitosi per rafforzare l’apprendimento.


Perché il cane gira su sé stesso?

Se possiedi un cane, ti è probabilmente capitato di vederlo girare su sé stesso, e avrai provato a dartene una spiegazione. In realtà, esistono diversi motivi possibili dietro a un simile comportamento del tuo amico a quattro zampe. In questo articolo proviamo a passare in rassegna le cause più comuni, e a segnalare le ipotesi che potrebbero risultare preoccupanti.

Spesso, i cani girano su sé stessi per preparare il luogo dove si accingono a riposare o a defecare. Potrebbe trattarsi di un istinto ereditato dai loro antenati lupi, che giravano sull’erba o sulla neve per appiattirla e renderla più confortevole. Inoltre, girando su sé stessi, i cani possono scacciare insetti o serpenti nascosti nell’erba.

Girare in cerchio può anche essere un modo di marcare il territorio o di verificare a propria volta la presenza nell’area di eventuali segnali lasciati da altri animali.

Un’altra possibile spiegazione è che il cane giri su sé stesso per comunicare qualcosa al suo amico umano o ad altri cani. Ad esempio, per mostrare eccitazione o gioia, come quando il suo amico torna a casa o quando sa che sta per ricevere del cibo o andare a fare una passeggiata.

Infine, bisogna considerare possibili motivi di salute o di stress. Alcune patologie, come le infezioni dell’orecchio interno, le allergie o i parassiti, possono causare prurito, dolore o vertigini nel cane, che gira su sé stesso nel tentativo di alleviare fastidi e sofferenze. Allo stesso modo, in situazioni stressanti, come l’isolamento, la noia o la paura, il cane potrebbe girare su sé stesso per sfogare l’ansia o la frustrazione.

Se il comportamento è nuovo, improvviso, o sembra accompagnato da disagio, è importante rivolgersi a un veterinario o un educatore cinofilo, in modo da escludere o trattare eventuali problemi di salute o di comportamento.


Portare a spasso il cane di notte: vantaggi e svantaggi

Sai bene quanto è importante uscire con il cane e camminare o correre insieme, per contribuire al benessere fisico e psicologico di entrambi. Tuttavia, a volte le tue giornate sono così impegnative che l’unico momento libero per portare il cane a passeggio è la sera, quando il sole è già tramontato, magari persino dopo cena. È un peccato per chi ama la luce del giorno, ma ci sono anche aspetti positivi. In questo articolo vedremo quali sono vantaggi e svantaggi del portare fuori il cane a tarda ora, e come possiamo rendere più sicura e piacevole l’esperienza notturna con il nostro cane.

Uno dei principali benefici di passeggiare con il cane di notte è che ci sono meno distrazioni e stimoli esterni che possono rendere il nostro cane nervoso o eccitato. Se il cane è timido, ansioso o reattivo verso altri cani o persone, la notte può essere un momento più tranquillo e rilassante. Inoltre, se fa molto caldo o viviamo in una zona molto affollata, la notte può offrirci una temperatura più fresca e un’atmosfera più silenziosa.

Un altro vantaggio di portare il cane a passeggio di notte è che possiamo approfittare di questo momento per rafforzare il legame con il nostro animale e dedicargli tutta la nostra attenzione. La notte, infatti, siamo meno distratti da telefonate, messaggi o impegni vari, e possiamo concentrarci sul nostro cane e sulle sue esigenze. Possiamo fare attività divertenti e stimolanti come insegnare al cane dei trucchi, giocarci o fargli fare degli esercizi di obbedienza.

D’altronde, ci sono anche inconvenienti che dobbiamo tenere in considerazione quando usciamo di notte. Il primo è la visibilità ridotta, che può rendere più difficile vedere dove mettiamo i piedi, evitare ostacoli o rifiuti, o individuare eventuali pericoli come auto, biciclette o altri animali. Per questo motivo, è importante dotarsi di una torcia o di una luce da attaccare al guinzaglio o al collare del nostro cane, e indossare dei vestiti riflettenti o luminosi.

Un altro aspetto negativo di portare il cane a passeggio di notte è la sicurezza personale. Se viviamo in una zona poco illuminata o poco frequentata, possiamo sentirci vulnerabili o minacciati da persone malintenzionate o da situazioni sospette. Per evitare di correre rischi, è bene scegliere un percorso ben illuminato e frequentato da altre persone, possibilmente con il nostro cane al guinzaglio. Se ci sentiamo poco sicuri in giro di notte, meglio evitare di passeggiare da soli e cercare di avere sempre con noi un cellulare carico e un fischietto o uno spray al peperoncino.

Seguendo questi semplici suggerimenti, possiamo trasformare la passeggiata notturna con il nostro cane in un momento piacevole e gratificante per entrambi. Buona passeggiata!


Cani nell’arte: una storia di fedeltà che dura da secoli

Grazie alla loro lealtà incondizionata e il loro affetto, da sempre i cani occupano un posto speciale nel cuore dell’umanità, diventando spesso oggetto di ispirazione per gli artisti attraverso i secoli. I dipinti che raffigurano cani non solo catturano la loro bellezza e personalità uniche, ma anche la connessione profonda tra gli esseri umani e i loro amici pelosi.

I cani fanno parte dell’arte sin dai suoi albori. La loro presenza nelle pitture rupestri rivela l’importante ruolo che hanno svolto nelle società antiche. Queste rappresentazioni li ritraggono come cacciatori e guardiani, al fianco dei cacciatori preistorici durante la caccia per il cibo o per proteggere le comunità. Non solo creature domestiche, ma partner attivi nella sopravvivenza. Oltre ai ruoli pratici, le immagini di cani nelle pitture rupestri hanno spesso connotazioni spirituali e mitologiche. In alcune culture, i cani erano associati a divinità o spiriti guida, aggiungendo un significato più profondo a queste opere. 

Durante il Rinascimento, includere un cane in un ritratto rappresentava un simbolo di status sociale o fedeltà. Ad esempio, il dipinto “San Girolamo nello studio” di Antonello da Messina ritrae il santo con un cane ai suoi piedi, simboleggiando la compagnia spirituale e la fede.

Con l’avvento dell’arte moderna, i cani sono stati raffigurati attraverso una varietà di stili e interpretazioni. Dall’impressionismo all’espressionismo, i dipinti di cani sono stati influenzati dalla sperimentazione artistica e dall’evoluzione delle tecniche pittoriche. Le opere di artisti come Gustave Courbet, Édouard Manet e Amedeo Modigliani hanno dimostrato come i cani possano essere integrati in stili artistici distinti, creando opere che rappresentano sia la loro bellezza che la loro importanza nella vita delle persone.

I dipinti che raffigurano cani sono molto più di semplici rappresentazioni artistiche: sono testimonianze visive dell’amore, della fedeltà e dell’amicizia che legano gli animali domestici all’umanità.


Il cane ha paura a restare da solo: che fare?

L’ansia da separazione è un problema comune a molti cani, specialmente quelli che hanno vissuto per un periodo in canile o che in passato sono stati maltrattati e traumatizzati. Dall’ansia da separazione possono dipendere comportamenti che mostrano disagio: in tua assenza, il cane potrebbe abbaiare, ululare, masticare divani o mobili, scavare, cercare di fuggire, urinare o defecare fuori dagli spazi dove di solito fa i suoi bisogni.

Comportamenti simili non sono forme di disobbedienza ma manifestazioni dello stress emotivo che il cane prova quando è lontano da te. La tua presenza abituale lo fa sentire al sicuro e tutelato, mentre quando sei via entra in panico.

Esistono alcune strategie per aiutare il tuo cane a superare l’ansia da separazione e mantenere la tranquillità. Le elenchiamo di seguito:

  • Inizia assentandoti da casa solo per brevi periodi. Inizia da assenze di pochi minuti e aumentane gradualmente la durata e la frequenza. In questo modo, il tuo cane si abituerà a stare da solo e capirà che non deve temere di essere stato abbandonato: può sempre aspettare il tuo ritorno.
  • Rendi l’ambiente sicuro e confortevole per il tuo cane. Forniscigli un giaciglio comodo, giocattoli, snack, acqua e tutto ciò che può mantenerlo rilassato e felice. Magari lascia in riproduzione della musica che ha già mostrato di apprezzare. Può essere utile lasciare in giro un capo d’abbigliamento o una coperta che abbiano il tuo odore, perché gli siano di conforto.
  • Evita di rendere troppo emozionali i momenti in cui esci o rientri da casa. Comportati come se stessi facendo una cosa normale (e lo è); altrimenti, potresti involontariamente rafforzare l’ansia del cane e renderlo ancora più dipendente da te.
  • Se necessario, consulta un veterinario o un educatore: potrebbero consigliarti prodotti o tecniche ulteriori per calmare il cane.

Presentiamo la nuova gamma Keké

Metti l’accento sulla genuinità: è l’accento di Keké, una linea storica di prodotti Giuntini per gatti, che abbiamo rinnovato nelle ricette e nell’estetica.

Keké alimenta il benessere dei tuoi mici con prodotti d’eccellenza,  certificati e controllati lungo tutta la filiera, non testati su animali, privi di zuccheri aggiunti e di aromi artificiali. La gamma Keké comprende alimenti secchi e umidi preparati secondo ricette originali, complete e bilanciate, per le quali selezioniamo esclusivamente ingredienti di alta qualità. Con Keké, ci prendiamo cura di pari passo dell’appetito e del benessere del tuo gatto, in ogni fase della sua vita.

La nuova gamma comprende due linee: Keké Supreme e Keké Classic.

Keké Supreme offre ricette specifiche per andare incontro alle esigenze di ogni gatto, con carni fresche e oltre il 50% di proteine animali in ogni formulazione.

Keké Classic riprende la tradizione di un brand trentennale: alimenti umidi o secchi, completi e bilanciati, ricchi di gusto e di alto valore nutrizionale grazie a taurina, vitamine e minerali essenziali.

La nuova gamma Keké guarda anche alla sostenibilità: utilizziamo confezioni in carta certificata FSC a ridotto impatto ambientale, per una gestione responsabile e sostenibile delle foreste e degli ecosistemi.

Per scoprire tutti i dettagli di ogni prodotto, visita la sezione del nostro sito dedicata ai prodotti Keké.


Addestrare il gatto

È opinione diffusa che i gatti siano animali indipendenti e testardi, impossibili da addestrare. Come capita con molte altre opinioni diffuse, si tratta di una generalizzazione superficiale e tutto sommato falsa. I gatti possono apprendere un’ampia gamma di comportamenti e abilità: possono imparare il modo corretto di usare la lettiera, quale oggetto usare per farsi le unghie, i comandi ai quali rispondere, e persino a fare dei piccoli “numeri” da veri e propri animali addestrati. Come vedremo nel resto dell’articolo, tanto tu quanto il tuo gatto potreste trarre vantaggi dall’addestramento.

Perché addestrare il gatto?

Un buon addestramento può permetterti di costruire un rapporto più solido con il tuo pet migliorando la comunicazione, la fiducia e l’affiatamento. Per il gatto può anche essere l’occasione di fare esercizio fisico e ricevere stimoli per l’attività mentale, tutti fattori utili nella prevenzione di noia, stress e problemi comportamentali. Inoltre, grazie all’addestramento il gatto potrebbe diventare più cooperativo al momento di prestarsi alle cure tue o del veterinario. Un gatto obbediente ti fa risparmiare fatica e può essere motivo d’orgoglio.

Come addestrare il gatto?

Fondamentale, per l’addestramento, è l’uso dei rinforzi positivi: quando il gatto compie l’azione che desideriamo, dobbiamo premiarlo con qualcosa che apprezza, come snack, giocattoli, coccole o altre forme di attenzioni. Al contrario, è importante evitare punizioni o l’uso della forza, perché in questo modo rischiamo di logorare la relazione e rendere il gatto timoroso o aggressivo nei confronti nostri e anche degli altri umani. Le sessioni di addestramento dovrebbero essere brevi e divertenti, di una durata compresa tra i 5 e i 10 minuti, con un finale piacevole e positivo.

Per addestrare il gatto a compiere un’azione o acquisire un’abilità, puoi provare questi metodi:

  • Attirarlo con un premietto o un giocattolo. Per esempio, puoi insegnargli a sedersi reggendo uno snack poco in alto rispetto alla sua testa (in modo che non salti) e muovendo leggermente la mano verso lo spazio tra le sue orecchie, fino a quando il gatto non si sarà seduto. A quel punto, dì “siedi” e dagli ciò che tenevi in mano.
  • Usare un clicker, cioè uno strumento che fa un rumore riconoscibile come un “clic” nel momento in cui il gatto compie l’azione che desideri. Per esempio, puoi fare un clic ogni volta che il gatto si siede a comando, e poi dargli un premio: è un modo per velocizzare e chiarire l’apprendimento, perché aiuti il gatto a capire di preciso quale suo comportamento hai apprezzato.
  • Cogliere l’attimo. Quando ti accorgi che il gatto sta facendo spontaneamente un comportamento che vorresti ripetesse anche in futuro, fai un clic e dagli un premio. Per esempio, quando si fa le unghie sul tiragraffi anziché sul divano, o quando ti raggiunge non appena lo chiami.

Ricorda di essere paziente e coerente con il tuo gatto. L’addestramento richiederà probabilmente tempo e costanza, ma alla lunga ne varrà la pena: avrai un gatto più felice e più sano che ama imparare cose nuove con te.