Gli amici dell'inverno


Cani morbidi e resistenti

Cani che sopportano il freddo inverno

Pur di stare accanto all’amico umano, i cani si sono adattati a qualsiasi condizione climatica, anche la più ostile o rigida. È certo, però, che alcune razze siano già predisposte naturalmente a sopportare condizioni meteorologiche più fredde o addirittura glaciali.

A caccia nei ghiacci

Ad esempio, il Chesapeake Bay Retriever appartiene a una razza di cani da riporto capace di sopportare il freddo e nuotare nell’acqua ghiacciata. Lo strato di pelo, simile a lana, che li protegge, permette agli esemplari di questa razza l’immersione in acqua gelida e di asciugare rapidamente.

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Secondo l’American Kennel Club, anche altri Retriever come il Labrador o il Golden o il Nova Scotia Duck Tolling sono esempi di cani dotati di un fitto sottopelo che li protegge dall’umidità e dal freddo e permette loro di resistere alle intemperie.

I cani guardiani del bestiame

I Cani da pastore dell’Anatolia sono cani mastodontici e robusti che resistono tranquillamente ai climi più freddi e, così come anche i Cani da pastore dei Pirenei (da non confondere con i Cani da montagna dei Pirenei o Patou di cui abbiamo parlato in un altro post qui sul Blog), sono fedelissimi guardiani del bestiame, abituati alle basse temperature di montagna.
Anche in questo caso, il folto pelo non fa temere loro il freddo o la neve.

Che dire del bellissimo Kuvasz? Instancabile a lavoro e dall’aspetto imponente, il Kuvasz è un cane di una razza di origine ungherese, poco conosciuta e poco diffusa, capace di sopportare i climi più rigidi, utilizzato in passato come cane da caccia o guardiano delle mandrie, ma anche come sorvegliante delle piste da sci (Kuvasz significa sentinella).
Alcune di queste razze di cani “invernali”, resistenti al freddo, finora citate sono meno conosciute rispetto ad altre più famose quali Siberian Husky e San Bernardo.

Cani Spitz

I Siberian Husky sono cani di tipo Spitz (assieme a numerosi altri come Elkhounds norvegese, Keeshonds, Samoiedo, Akita – nostro articolo – e Malamutes). Sono noti per la loro resistenza ai climi freddi, grazie alle origini artiche e, per questo, scelti per trainare le slitte sulla neve.

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Tutti i cani Spitz come gli Husky si sono adattati ai climi nordici, grazie alla capacità di isolamento termico e al folto pelo idrorepellente. Se si fa caso, le orecchie dei cani di questa razza primitiva sono di piccole dimensioni, adattamento naturale per evitare possibilità di congelamento.

Il Siberian Husky in particolare, è molto robusto e dotato di un doppio strato di spessore che gli permette di resistere alle più estreme condizioni invernali.
Pare che anche nel carattere questi pelosi siano un po’ “freddi”: molto indipendenti, sono in generale diffidenti se non educati e socializzati.

San Bernardo

Tra i cani “invernali” più conosciuti, il San Bernardo, con il suo morbido pelo, denso e folto, è anche uno dei più grandi. Può superare i 90/95 cm e gli oltre 100 kg di peso.
Non esiste nessun’altra razza di cane che, con tale mole e peso, sia dinamico e atletico quanto il San Bernardo. Nonostante la taglia imponente, il San Bernardo è un cane docile, molto legato al proprietario umano. Se lo adottate da cucciolo resterà un giocherellone per tutta la vita (8/10 anni in media).
Il San Bernardo ha un ottimo rapporto con i bambini, ma in generale è socievole con tutti, tanto da essere impiegato anche per la pet therapy, grazie alla sua personalità forte ma estremamente equilibrata. È inoltre il tipico cane da lavoro, abituato a stare all’aperto nei climi freddi.

San-Bernardo

In passato era abile nella guardia a protezione del territorio di montagna. Non ha conservato alcun istinto aggressivo, ma è capace di percepire ogni minimo rumore o pericolo in tempi rapidissimi. Questa qualità ha fatto sì che l’uomo di montagna lo scegliesse per aiutarlo durante le tempeste di neve, ad esempio ad individuare persone in difficoltà.
Nelle Alpi Svizzere i cani San Bernardo hanno spesso contribuito al ritrovamento di viaggiatori a rischio congelamento durante le intemperie. Ancora oggi, rappresentano un valido aiuto per l’uomo in montagna, in caso di valanghe, proprio grazie alla elevata resistenza al freddo e all’olfatto infallibile.

Quanto mangia un cane in inverno? Ci spiega tutto il nostro nutrizionista, Dr. Verdi

Ogni specie animale ha una propria neutralità termica che richiede un minimo di dispendio energetico per la termoregolazione. Nel cane si attesta intorno ai 15 °C. Ampie variazioni al di sotto di questa temperatura nel sangue stimolano i centri della fame.

E’ bene sapere che il fegato è l’organo principale in cui pervengono i prodotti del metabolismo. Si capisce quindi quanto sia importante mantenere al meglio l’efficienza dei suoi meccanismi che dipendono da particolari recettori, molto sensibili in ordine decrescente, ai glucidi, ai grassi e agli acidi grassi. Infine la principale fonte calorica dell’organismo sono i muscoli che mantengono efficiente il tono grazie alla presenza del glicogeno, legato alla disponibilità dei carboidrati nella dieta.

Maggior apporto calorico in inverno

Queste premesse sono importanti per capire che i cani, durante la stagione più fredda, necessitano di un maggior apporto calorico proveniente principalmente dai carboidrati e non dai grassi. Anche questi potranno essere aumentati in base all’attività (ad esempio se cani da slitta), ma devono necessariamente essere di alta qualità, onde garantire un buon apporto di Omega 3 e Omega 6.

L’alimento ideale per un cane d’inverno deve contenere un sufficiente apporto proteico da carne e pesce, buone fibre, minerali quali Ferro, Zinco e Selenio, Vitamine, specie la E e la C come antiossidanti e stimolanti le difese immunitarie insieme agli Omega.

Sono apporti nutritivi molto importanti in questo periodo per aiutare a prevenire patologie a carico delle vie respiratorie, della circolazione, della digestione e delle articolazioni.

Scegliere alimenti completi e bilanciati

Per poter garantire al meglio tutti i nutrients è indispensabile ricorrere agli alimenti commerciali, bilanciati, completi negli apporti e molto digeribili. Questo a maggior ragione se il cane è anziano o se ci sono dei cuccioli, che sono solitamente molto sensibili al freddo.

Se le temperature scendono sotto lo 0° il cane deve avere una continua disponibilità di calorie alimentari e, per garantirla, è bene suddividere i pasti per non lasciare il tratto digestivo vuoto.

Nei mesi più freddi anche l’acqua a disposizione del cane deve essere ad una temperatura di almeno 14°C. Bisogna mantenere attiva la diuresi renale.

Qualcuno di voi ha un San Bernardo o un altro cane “ invernale”?

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