Il “vocabolario” del cane

Quella tra cane e padrone è una comunicazione fatta di gesti, parole e versi.

Rispetto al suo progenitore, il lupo, il cane ha imparato a riconoscere i nostri gesti e memorizzare un vocabolario di circa 200 parole, che associa ad azioni, comandi e oggetti.  

 

Secondo uno studio condotto dall’esperto di comportamento canino Stanley Coren, della University of British Columbia di Vancouver, oltre a capire le parole che sentono regolarmente in casa, i cani sembrano anche in grado di contare fino a 5. Godono inoltre di una formidabile intelligenza spaziale, che li rende capaci di localizzare oggetti, trovare la via più breve verso la cuccia e persino aprire un chiavistello!

 

Analizzando le capacità cognitive di varie razze canine, secondo lo studio di Coren i più intelligenti nell’apprendimento sembrano essere i Border Collie, cani pastore parenti del famoso Lassie. Al secondo posto c’è il barboncino, mentre il pastore tedesco è solo terzo, nonostante le note capacità investigative della star del piccolo schermo, Rex. Il Golden Retriever occupa il quarto posto mentre in quinta posizione troviamo il Dobermann, che per la sua intelligenza  venne impiegato come messaggero durante la prima guerra mondiale. Seguono infine al sesto posto il pastore delle Shetland e al settimo il Labrador.

 

Accanto a nomi e parole però, ci sono anche le varie intonazioni di voce che il cane è in grado di riconoscere e distinguere. A confermarlo è un secondo studio, stavolta condotto presso l’università ungherese di Lorßnd Eötvös. Come fanno anche gli esseri umani, i cani interpretano un messaggio sia attraverso il vocabolario che attraverso il tono usati dal proprio interlocutore!


Il micio di casa è diventato improvvisamente aggressivo?

I gatti sono per natura docili e di indole pacifica, tuttavia può capitare che il nostro amico a quattro zampe cambi il suo atteggiamento all’improvviso.

Quando questo accade, generalmente, c’è sempre un motivo preciso dietro il suo comportamento.

Come riconoscere l’atteggiamento aggressivo del gatto

Quando un gatto diventa aggressivo, compie una serie di comportamenti riconoscibili.

Oltre a soffi seguiti da graffi e morsi, si possono notare:

-coda alzata

-orecchie dritte

-pupille strette

-versi tipo ululato

Questi atteggiamenti non sono da confondere da quelli difensivi che, invece, sono:

-coda attorcigliata

-orecchie basse

-sguardo fisso

-pupille dilatate

-pelo dritto

-brontolii

Le possibili cause dell’atteggiamento aggressivo

Riconoscere i segnali di aggressività sono importanti per intervenire in maniera tempestiva sul comportamento del gatto e correggerlo, prima che diventi troppo tardi.

Uno dei casi in cui il gatto può dimostrare aggressività può essere durante il momento del gioco.

Questo accade perché il gatto può sfogare il suo istinto da predatore. Non essendo in grado di modulare il suo comportamento, i graffi e i morsi, il gatto può risultare aggressivo e quindi far del male accidentalmente al suo padrone. Per ovviare a questo problema si potrebbe offrire al micio dei giocattoli appositi sui quali affondare gli artigli.

Un altro motivo di aggressività del gatto, potrebbe essere la difesa del suo territorio. Soprattutto gli esemplari maschi potrebbero adottare una postura di difesa o attacco se si sentissero minacciati. Allo stesso modo, una mamma gatto potrebbe avere paura che qualcuno possa far male ai suoi cuccioli e, per questo, difendere la prole in maniera aggressiva.

Infine, un gatto potrebbe risultare aggressivo anche solo se si sentisse impaurito o spaventato in senso generale.

Altre volte, il gatto potrebbe essere aggressivo per motivi di salute.

Per questo, è sempre bene portare il proprio micio dal veterinario per accertarsi delle cause specifiche del suo malessere e su come aiutarlo.

Cosa fare se il gatto è aggressivo?

Se il proprio gatto presenta tutti gli atteggiamenti sopra citati, quello che si può fare nell’immediato è:

-evitare di toccarlo

-non sgridarlo

-fornire al gatto un tiragraffi o dei giochi appositi

-vaccinare il gatto contro la rabbia

Il tuo gatto ha avuto problemi simili? Raccontacelo nei commenti!

 


I posti più strani dove ai gatti piace dormire

Chi è padrone di un micio lo sa, a loro piace dormire e spesso lo fanno nei posti più strani!

A differenza dei cani, i gatti non sempre prediligono posti più canonici per riposare come la cuccia o il tappeto di casa. Può capitare, infatti, che scelgano di usare cassetti, ripostigli e altri pertugi di casa come luoghi per fare una pennichella indisturbati.

Il termosifone

Quando arriva l’inverno, anche i nostri amici pelosi possono avvertire il freddo. Non sarà quindi strano trovarli accoccolati sotto il termosifone o addirittura sopra, se è presente un punto d’appoggio al riparo dalla fonte di calore diretta.

Il tepore ricevuto dal termosifone, non è l’unico motivo per cui i gatti scelgono questo posto, un’altra spiegazione è da ricercare dalla loro innata natura di cacciatori. Dall’alto, infatti, possono ottenere una visuale nettamente migliore.

L’armadio

Un altro luogo deputato al pisolino è l’armadio. Un posto perfetto per essere al riparo dalla luce diretta, da eventuali correnti d’aria e da rumori che potrebbero disturbare il sonno del micio. L’armadio, quindi, diventa un po’ una cuccia e un rifugio nel quale il gatto si sente al sicuro.

Divano

Anche il divano è uno dei luoghi più ambiti dei nostri amici a quattro zampe. Non solo nella parte della seduta, ma anche sulla parte della testiera (se abbastanza ambia) o dei braccioli.

Anche in questo caso, la scelta non è dettata solo dalla comodità ma anche dall’esigenza di essere padroni della situazione e di poter osservare tutto lo spazio da un luogo privilegiato.

Bagno

Ogni tanto, anche il bidet o il lavandino del bagno riscontrano i favori dei nostri amici a quattro zampe. Soprattutto quando fa più caldo, il bagno può essere un luogo fresco (se si pensa che il gatto è a contatto con la ceramica dei sanitari) e sicuramente tranquillo.

Dove dovrebbe dormire il gatto?

I gatti, come i cani, dovrebbero dormire in una cuccia apposita. Per natura, però, è difficile riuscire a convincere un gatto a fare qualcosa che non gradisce o che non è abituato a fare sin da piccolo.

La scelta più giusta, quindi, è lasciare il gatto libero di esprimersi purchè sia sempre in un luogo sicuro.

Il tuo gatto dorme in posti strani? Raccontacelo nei commenti!

 


A cosa serve il microchip

Chi ha un cane ormai lo sa: il microchip è obbligatorio per legge e deve essere presente su tutti i cani, che siano di razza o meno, di taglia grande o piccola, che vivano in un appartamento o in un giardino. A cosa serve il microchip? Capiamo insieme cos’è, a cosa serve, quando si mette, quanto costa e, soprattutto, come funziona!

Cos’è?

Il microchip è l’unico sistema identificativo nazionale per gli animali d’affezione, introdotto il 1° gennaio 2005. È un piccolo dispositivo elettronico, delle dimensioni di 11×2 millimetri, racchiuso in una capsula di vetro biocompatibile. All’interno, un chip “leggibile” solo da un apposito lettore, contiene un codice univoco di 15 cifre che racconta la storia del cane e permette di risalire al nome e alla residenza del suo proprietario.

A cosa serve?

Il microchip costituisce un vero e proprio titolo di proprietà. Permette di identificare il nostro cane, di certificare che ci appartiene e che noi abbiamo, nei suoi confronti, sia dei diritti che dei doveri. Il microchip, grazie al codice univoco al suo interno, permette di registrare il cane all’Anagrafe Canina.

A chi si mette e quando?  

Dal secondo mese di vita, tutti i cani, a prescindere dalla razza, dalla dimensione e dallo stile di vita, devono essere associati a un codice univoco e avere quindi il loro microchip. Nel momento dell’impianto del microchip, il veterinario deve rilasciare anche il certificato d’iscrizione all’anagrafe, che costituisce il documento di identità e che deve accompagnare il cane per tutta la vita.

Quanto costa?

Il microchip può essere inserito da qualsiasi veterinario abilitato e il costo è quello di una visita, quindi può variare a seconda del professionista scelto. Chi vuole può rivolgersi ai Servizi Veterinari dell’Asl di competenza entro i primi due mesi di vita del cane per avere il microchip gratuitamente o al solo costo base del dispositivo. Oppure, può rivolgersi ad alcune associazioni per la tutela degli animali che occasionalmente organizzano campagne di sensibilizzazione offrendo l’impianto gratis, soprattutto per contrastare il randagismo.

Come funziona?

Il microchip utilizza la tecnologia R.F.ID. (Radio Frequency Identification), ciò significa che viene letto attraverso onde a radiofrequenza. Il veterinario, grazie all’apposito lettore di microchip, potrà dirci il codice di 15 cifre dell’animale e avere tutte le informazioni che lo riguardano.

Ecco a cosa serve il microchip! Il vostro cane è registrato all’Anagrafe Canina? 


Notte della Befana: gli animali parlano! Una leggenda diventata proverbio

“La Notte della Befana nella stalla parla l’Asino, il Bove e la Cavalla”. Questo proverbio, originario della Calabria e poi diffusosi in tutta Italia, ha origine da una leggenda che oggi vi raccontiamo.

Dalla storia…

La leggenda narra di un contadino della provincia di Cosenza che era solito concedere poco foraggio ai suoi animali.

La notte della Befana lasciò a digiuno gli animali e si nascose per poterli ascoltare. Durante la conversazioni i buoi dissero che l’uomo era cattivo e preannunciarono che presto sarebbe stato “un uomo morto sopra e sotto il carro“. Il contadino non capì il senso della frase e il giorno dopo, mentre cercava di spronare i buoi affamati, questi fecero rivoltare il carro e l’uomo ne rimase schiacciato e ucciso. Con lo stesso carro il contadino venne portato al cimitero, trasformando la profezia in realtà.

… a oggi!

Secondo il proverbio “La Notte della Befana nella stalla parla l’Asino, il Bove e la Cavalla”, quindi, gli animali – della fattoria e domestici – durante la notte dell’Epifania si ritrovano e parlano tra loro, raccontandosi di come vengono trattati dal loro padrone. Gli umani non possono e non devono assolutamente ascoltare queste “magiche” conversazioni altrimenti la sfortuna è pronta a colpire!

Questo racconto legato alla notte della Befana ci ricorda quanto sia importante trattare sempre con rispetto e amore i nostri amici a quattro zampe!


Come prendersi cura di un gatto anziano?

I gatti sono animali longevi, la loro aspettativa media di vita, infatti, è di circa 15-20 anni. Nonostante mantengano uno spirito giocherellone e avventuroso, non dimostrando mai l’età che hanno, più avanzano con gli anni più possono avere bisogno di cure particolari. Come prendersi cura di un gatto anziano? Ecco i nostri consigli.

Attenzione all’alimentazione

Per prendersi cura di un gatto anziano, è fondamentale prestare attenzione alla sua alimentazione e preoccuparsi della sua salute psico-fisica. I mici amano giocare, saltare e muoversi, ma sono tendenzialmente pigri e con l’età lo diventano ancora di più, il che comporta un aumento del peso. Per evitare malattie cardiache, artrite e altri disturbi dobbiamo controllare ciò che mangia e modificare la sua dieta in base alle sue esigenze.

Portare il gatto periodicamente dal veterinario

Il veterinario è un amico e alleato importantissimo: dei check-up completi e degli esami del sangue periodici sono strumenti importantissimi per garantire il benessere del nostro amico a quattro zampe.

Attenzione all’igiene

Il gatto è un animale pulito che tiene particolarmente alla propria igiene, ma con l’avanzare dell’età tende a impigrirsi e a trascurarsi. Aiutiamolo prendendoci cura del suo pelo, pulendo occhi e orecchie, tagliando le unghie e prestando attenzione alla sua igiene orale. Il tutto per evitare infezioni, malattie e disturbi vari.

L’importanza del riposo

Il gatto anziano può incorrere in problemi fisici, che lo rallentano e lo rendono meno agile. Non disturbiamo i suoi momenti di riposo e pensiamo per lui a delle soluzioni più comode, a cucce facilmente raggiungibili, lontane da correnti fredde e dotate di coperte calde. Dobbiamo quindi rendere casa confortevole e adatta alle sue esigenze.

Giochiamo!

Anche per un micio anziano è importante fare esercizio fisico: farlo giocare almeno 15 minuti al giorno permetterà ai muscoli di mantenersi elastici, di rinforzare le articolazioni e di mantenere la circolazione attiva.

Questi i nostri suggerimenti per prendersi cura di un gatto anziano. Il tuo micio quanti anni ha?


Perché il cane ci segue sempre?

I cani amano stare in compagnia del proprio umano e lo dimostrano con diversi comportamenti. Uno dei più simpatici, ma che alcune volte crea qualche difficoltà, è l’abitudine di Fido di seguire ovunque il proprio padrone come un’ombra. Perché il cane ci segue sempre? Vediamolo insieme.

Dimostrazione di affetto

Il cane è un animale sociale che per sua natura ricerca il branco. La ragione principale che spinge il cane a seguirci ovunque è che questo comportamento è una grande dimostrazione di affetto: uno dei modi più semplici e immediati che il cane ha per dimostrare amore è stare sempre vicino al proprio padrone, garantendogli assistenza e protezione.

Scaccia la solitudine

Il cane ricerca sempre la compagnia del branco, perché solo restando all’interno del gruppo si sentirà più appagato e al sicuro. Istintivamente il cane riconosce il nucleo familiare come un branco ed è portato a seguire chi, tra i membri della famiglia, gli garantisce con più sicurezza il cibo e le comodità di cui ha bisogno.

Rinforzo positivo

È possibile che il cane ci segua sempre perché nel corso del tempo sia stato “premiato” per questo comportamento. Coccole, parole dolci, momenti di gioco e qualche gustoso bocconcino sono tutto ciò che serve per farci seguire come un’ombra!

Ecco perché il cane ci segue sempre! Anche il vostro cane si comporta così? Raccontacelo nei commenti.


Come vivere felici con il nostro gatto?

Quali sono i comportamenti più frequenti da evitare se vogliamo che il nostro micio stia bene e sia felice? Vediamo insieme quali sono quei comportamenti scorretti che compiamo nei confronti del nostro gatto e che, correggendoli, ci garantiscono una convivenza migliore!

Ecco i nostri consigli

  1. Non gridiamo! Urlare può essere dannoso per l’udito del gatto. Il nostro gatto, poi, è in grado di apprendere un certo numero di parole: alzare la voce non aiuta, ma anzi contribuisce a frustrarlo ulteriormente facendogli ripetere il comportamento errato.
  2. Non forziamo i suoi comportamenti. Cane e gatto sono due animali diversi, con abitudini, comportamenti e necessità distinte. Non trattiamoli come fossero uguali, ma rispettiamo le loro peculiarità, imparando a riconoscere il loro modo di esprimere affetto e di esserci amici.
  3. Prestiamo attenzione all’alimentazione. Il gatto, in origine, era un animale predisposto alla vita nel deserto, quindi il suo organismo è strutturato in maniera tale da ottenere i liquidi dalle prede. Non possono mancare quindi, nella sua dieta, dei cibi umidi, che lo aiuteranno anche a prevenire disturbi urinari.
  4. Non lasciamo ciotole con acqua ferma. Ai gatti piace l’acqua fresca e pulita e sono naturalmente infastiditi da quella stagnante. Se non possiamo permetterci una fontanella, ricordiamoci di cambiare molto spesso l’acqua e chiudiamo un occhio se il gatto si avvicina ai rubinetti!
  5. Non spazzoliamo troppo il gatto: ci pensa da solo alla sua pulizia ed è molto scrupoloso e attento!
  6. Puliamo spesso la lettiera: il gatto è molto più sensibile di noi agli odori e ne è facilmente infastidito!

Questi i nostri consigli per vivere felici con il nostro gatto. Cos’altro consigli?

 


Come abbaiano i cani in giro per il mondo?

“Che verso fa il cane?” È una domanda che poniamo spesso ai bambini e che ci diverte sempre molto. Non tutti sanno, però, che il verso cambia da paese a paese e che gli stessi cani non abbaiano allo stesso modo. Ma allora, come abbaiano i cani in giro per il mondo?

La parola che scegliamo è onomatopeica

La parola con cui si indica il verso del cane cambia nelle diverse lingue. In italiano diciamo “bau bau”, in tedesco si dice “wuff!”, in spagnolo “guau guau!”, in giapponese “wan wan!”, in coreano “meong meong!” e in russo: “gav gav!”

Queste parole non sono altro che delle onomatopee, cioè delle parole che imitano i suoni, che sono state soggette a influenze culturali diverse a seconda del Paese. L’evoluzione delle lingue ha portato perciò ad esprimere diversamente lo stesso suono.

Gli stessi cani usano suoni diversi

Anche i cani non abbaiano tutti nello stesso modo, ma hanno dialetti diversi. I cani orientali, per esempio, non abbaiano molto, ma emettono vocalizzi, mentre i cani nordici – come gli husky -preferiscono ululare.

Ecco come abbaiano i cani in giro per il mondo! Conosci altri versi di altri paesi? Scriviceli nei commenti!


Perché i cani scavano prima di dormire?

Una domanda che ciascun padrone si è fatto almeno una volta è perché i cani scavano prima di dormire. Guardando il nostro amico a quattro zampe prepararsi per la notte, lo avremo sicuramente visto grattare sulla cuccia, per poi posizionarvisi dopo aver fatto un paio di giri su se stesso. Le ragioni di questo comportamento sono molteplici. Vediamole insieme!

Sta marcando il territorio

Questo è il motivo principale, trasmessogli dai suoi antenati lupi: i cani grattano la cuccia per marcare il territorio. Sotto ai cuscinetti delle zampe il cane possiede delle ghiandole capaci di secernere fluidi ormonali dall’odore caratteristico unico per ciascun cane.

Regola la temperatura della cuccia

Che sia per sdraiarsi per terra o sulla cuccia, Fido scava sempre un po’ prima di accomodarsi: questo per regolare la temperatura del suo giaciglio, sia quando fa caldo che quando fa freddo.

Scarica energie in eccesso

Se il cane non ha avuto modo durante la giornata di scaricare l’enorme quantità di energia di cui è dotato, può accadere che si sfoghi scavando la cuccia prima di dormire. Prestiamo attenzione a questo comportamento: può essere il segnale che il nostro cane ha bisogno di maggiore attività fisica.

Rende più comoda la cuccia

Proprio come noi, anche Fido si sprimaccia il cuscino per renderlo più comodo e avere la migliore esperienza di sonno, prima di andare a dormire. Che sia un cuscino, un divano, o una coperta ripiegata, il cane cercherà di sistemarla per il massimo del comfort!

Ecco perché i cani scavano prima di dormire. Conoscevate già le ragioni di questo comportamento?